il giorno della memoria, andiamo a Dachau


Dachau, una pagina di storia da non dimenticare

Lungo l'itinerario delle nostre ultime vacanze c'erano due possibili tappe Dachau e Mauthausen, due famosi campi di lavoro della seconda guerra mondiale, il primo è vicino a Monaco di Baviera in Germania il secondo vicino a Linz in Austria.


Dachau
Dachau per non dimenticare

Fare o meno la visita ad uno di questi due siti è stato argomento di discussione in famiglia per parecchio tempo, tant'è che abbiamo deciso la sosta solo all'ultimo momento. Ho insistito io per la visita perchè ritengo sia importante, soprattutto per le nuove generazioni, conoscere una simile realtà, vedere, imparare delle cose che sicuramente studieranno a scuola, ma che viste con i propri occhi assumo una dimensione reale.

Visitare un campo di concentramento della seconda guerra mondiale

Il giorno della nostra visita era una giornata di giugno con l'aria frizzante e le nuvolette bianche nel cielo azzurro che correvano veloci, la classica bella giornata. Appena lasciato il parcheggio la cosa che mi ha maggiormente colpito è la vicinanza, alla recinzione del campo, di graziose casette immerse in un ambiente tranquillo, rilassante, un luogo carico di pace, chissà perchè lo immaginavo in una sorta di steppa.

cancello Dachau
Arbeit macht frei, il lavoro rende liberi

La visita è libera, ci si può muovere a piacimento o seguendo i tabelloni e le immagini esposte, devo ammettere che già il cancello d'ingresso trasmette forti emozioni con la tristemente nota frase in tedesco di cui tutti conosciamo la traduzione.
Altro aspetto che mi ha molto colpita è la sobrietà del luogo, la totale assenza di pietismo, quel luogo testimonia un fatto storico senza giudicare e giustamente viene definito memoriale. Dopo aver tanto insistito per inserire la tappa nel nostro viaggio verso Praga, una volta entrata non vedevo l'ora di uscire da quel luogo. L'antisemitismo in passato è stato un argomento che mi ha affascinata molto, leggevo libri, guardavo film e contributi video, ascoltavo interviste, insomma mi interessavo, dopo la maternità ha iniziato ad essere troppo pesante, doloroso e ammetto che trovarmi dove tutto ciò avveniva è stato davvero difficile.
Durante la visita al campo con noi c'erano diverse scolaresche, con il comportamento scanzonato tipico  degli studenti in gita, ma solo nei tratti di trasferimento da un edificio all'altro e da un locale all'altro, per diventare poi attenti e raccolti in modo commovente al cospetto di insegnanti e guide intente a spiegare loro i vari aspetti della vita nel campo. Erano ragazzi di differenti nazionalità, alcuni di lingua spagnola, altri inglese e una classe di ragazzi ebrei, riconoscibili per il tipo copricapo.

visitare un campo di concentramento
la grande piazza 

La struttura del campo è semplice, una grande piazza con i binari che entrano dal cancello, l'edifico destinato alle guardie a forma di U da un lato, la doppia fila di baracche dall'altro, attualmente sono presenti solo quelle della prima fila, mentre quelle dietro sono tracciate a terra in corrispondenza di un cipresso, il tutto circondato da una  recinzione sormontata dal filo spinato e le torrette di guardia. In una posizione defilata e un po' nascosta una romantica costruzione in mattoni che nasconde al suo interno il forno crematorio. All'interno degli edifici sono esposti documenti, cimeli, immagini che raccontano in modo molto composto cosa significava entrare da quel cancello sia come prigionieri che come soldati.

Visitare Dachau con i bambini

Una visita come quella al campo di lavoro di Dachau sicuramente ci ha segnato, ma alla luce dell'esperienza fatta lo consiglio a chiunque ne abbia la possibilità, questo come altri nel mondo sono luoghi su cui ogni essere umano dovrebbe riflettere di tanto in tanto. Non c'è nulla che possa spaventare un bambino, come magari si è portati a temere, solo la rigorosa testimonianza di un luogo protagonista di un pezzo di storia mondiale, sta agli adulti trovare il modo migliore per spiegare gli eventi.  Conferma di quanto sia giusto portare i bambini in luoghi simili me l'ha fornita mio figlio, (anni 7 al momento della visita) raccontando l'esperienza vissuta a scuola, appena l' insegnante ha spiegato loro il significato del giorno della memoria, certo non ricordava il nome del campo, non sapeva in quale stato fosse, direi però che la parte importante del messaggio l'ha recepita, era da quasi sei mesi che non si parlava più della visita e non ha avuto bisogno di suggerimenti per collegare le cose.  

Informazioni pratiche, quanto costa visitare Dachau

Il memoriale è aperto tutti i giorni dalle 9:00 alle 17:00, per chi arriva in auto, noi ci abbiamo parcheggiato il camper, l'uso del parcheggio è gratuito da ottobre a marzo come arrivare a Dachau.
Arrivati alla biglietteria, un moderno edificio immerso nel verde, ci hanno accolto parlando in diverse lingue, ci hanno spiegato che l'ingresso è gratuito e volendo si paga (mi sembra 3 euro) l' audioguida in 11 lingue. Tutte le informazioni relativi agli aspetti pratici della visita si possono trovare sul sito ufficiale

Commenti

  1. Anche per me la visita è stata molto toccante. Mio figlio non era ancora nato, ma concordo con te che sia importante raccontare la storia alle generazioni più giovani. Per loro sarà ancora più importante perché non avranno l'opportunità di conoscere testimoni viventi come è capitato invece alle persone della nostra età

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  2. eh gia, mia nonna era venuta a scuola a raccontarci della guerra, lei faceva sembrare un'avventura le gesta di una sedicenne che passava i posti di blocco con la borsa della verdura nascosta, appesa alla sella della bici tra le pieghe della gonna. Quello che non riusciva a raccontare con leggerezza era il giorno in cui sono andati a prendere il suo vicino di casa ebreo mai più tornato.

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